
Inauguriamo con questo primo articolo questa mini-rubrica in cui racconteremo, da qui ai prossimi mesi, di un rosso e di un bianco autoctoni del Salento. Se, dopo aver letto quanto segue, vi sarà venuta voglia di un calice di Primitivo, allora non vi resta che visionare il catalogo dedicato ai vini rossi o ai vini rosati salentini e scegliere fra le nostre selezioni quello che più vi piace.
Un po’ di storia…
Torniamo indietro nei secoli, fino al 1200 a.C., quando un popolo, quello degli Illiri, dai Balcani nord-occidentali, giunge in Puglia attraversando il breve tratto di mare che separa le due terre. Seppur prevalentemente barbarici e bellicosi, grazie alla coltivazione della vite, fra le attività agricole ed economiche da essi praticate, molto probabilmente gli Illiri importarono, nella Puglia meridionale dove si sono stanziati fra gli altri territori d’Italia, una particolare varietà d’uva. Bisogna ora far scorrere la storia, con tutte le sue vicissitudini, e giungere al diciottesimo secolo quando si ha la svolta. Nella seconda metà di questo secolo, il sacerdote Francesco Filippo Indellicati a Gioia del Colle seleziona questo “antico” vitigno dopo aver notato che dai suoi tralci si genera un raccolto che giunge a maturazione anzitempo. Da allora la varietà di “Primaticcio”, come viene definito fra i dialetti locali, prende piede come monocoltura.
Il Primitivo del Salento
Il Primitivo oggi è coltivato in diverse aree del sud Italia, ma le aree a maggiore vocazione sono quelle pugliesi, nello specifico quelle dei comuni di Gioia del Colle e Gravina, e nelle provincie di Taranto, Brindisi e Lecce. Sono proprio i vini provenienti dalle uve dei vigneti del brindisino e del tarantino ad essere insigniti dell’importante Denominazione di Origine Controllata “Primitivo di Manduria”. Il clima di queste zone, povero di precipitazioni e asciutto durante il periodo di maturazione degli acini, aiuta nel prevenire la comparsa di possibili muffe, a cui il grappolo di Primitivo è particolarmente soggetto data la sua compattezza. Le elevate temperature estive e la giusta esposizione al sole favoriscono una completa maturazione dei frutti. Problema non di poco conto è la siccità che col passare degli anni affligge sempre più le campagne del Salento e che potrebbe rivelarsi una seria minaccia nel prossimo futuro, vista comunque la natura esigente della pianta. Ricco di antociani, sostanze che contribuiscono a una importante colorazione nei vini, gli acini di quest’uva hanno un alto contenuto di zuccheri, di conseguenza potranno produrre vini con un titolo alcolometrico elevato e saranno anche idonei alla produzione di vini da dessert. Il Primitivo di Manduria nella sua versione dolce naturale è stato inserito all’interno della Denominazione DOCG.
Vino di intensità aromatica importante e complesso, il Primitivo si presenta con un colore rosso rubino, dai riflessi violacei che tendono a diventare color granato con l’invecchiamento. Può essere descritto come un vino corposo, dal titolo alcolometrico elevato e con livelli medi di tannino e acidità. Prodotto sia come vino secco che dolce, è presente sul mercato a vari livelli di zucchero residuo. Il profilo gusto-olfattivo coinvolge la frutta rossa e i frutti di bosco più o meno maturi. A questi sentori si aggiungono note speziate come la liquirizia e il tabacco.